
Minimalismo architettonico: perché non ti fa bene.
Oggi ti parlo di minimalismo architettonico per rispondere a una domanda che mi avete fatto in questi giorni.
“Per te è vero che è meglio avere poche cose a casa per migliorare il nostro benessere?”
La domanda è molto interessante e mi dà l’occasione per fare qualche riflessione sul concetto di minimalismo di cui si parla tanto e che va molto di moda di questi tempi.
Prima di iniziare ricordati di scaricare le mie guide pratiche in regalo per te, che ti aiuteranno a migliorare la tua casa passo passo concentrandoti sul tuo benessere a tutto tondo.
Minimalismo architettonico o minimalismo come stile vita?
Il primo ragionamento da fare è che occorre distinguere tra minimalismo inteso come stile architettonico, di interior design e arredamento, e minimalismo come stile di vita.
In generale, circondarsi nella vita di ciò che davvero è essenziale per noi, liberandoci del superfluo, è una filosofia che condivido a pieno.
Tuttavia, il concetto di “avere quello che mi serve e mi basta” è completamente soggettivo.
Ciò che è essenziale per me, infatti, potrebbe non esserlo per un’altra persona, con altre caratteristiche, attitudini, o che sta affrontando un periodo di vita diverso dal mio.
Pertanto è impossibile definire a priori regole valide per tutti e in assoluto.
Vivere anche una casa più essenziale sicuramente può aiutarci a percepire una sensazione di maggiore leggerezza, spazio, ordine e chiarezza mentale.
Ma anche in questo caso, per me potrà significare una determinata situazione ambientale, per un’altra persona, invece, una situazione totalmente diversa.

Il minimalismo architettonico come stile di arredamento, invece, non ci fa percepire una sensazione di benessere.
Quando si parla di minimalismo a casa, nell’arredamento in architettura, spesso ci si riferisce proprio allo stile architettonico minimalista, che ha delle caratteristiche che si sono evolute e trasformate nel tempo.
Il movimento minimalista e, prima di esso, quello razionalista, sono nati a partire dalla prima metà nel Novecento, in un contesto storico con caratteristiche particolari.
Visto che indagare il contesto storico non è l’obiettivo di questo post, se vorrai approfondire puoi iniziare da qui per il razionalismo e da qui per il minimalismo.
L’aspetto più importante su cui invece voglio farti riflettere è che il minimalismo come stile architettonico e di arredamento, per come è proposto oggi, ha delle caratteristiche che non ci aiutano per niente a sentirci accolti, rilassati e in comfort.
Se ci fai caso, infatti, nelle immagini delle riviste o nei negozi di arredamento, lo stile di arredo minimalista ha queste caratteristiche:
– uso esclusivo di bianco, grigio o nero. Ambienti total white o comunque monocromatici, senza alcun tocco di colore o vivacità;
– materiali altrettanto freddi, come marmo, vetro, lucidi o specchianti;
– ricerca costante di simmetria, rigore e austerità nelle composizioni e nelle forme degli arredi, che creano ambienti “immobili” e senza vitalità.


Il mimimalismo architettonico trasmette al nostro corpo una sensazione di freddo, rigidità e immobilità.
Ambienti progettati in questo modo, senza alcun colore, così rigorosi, simmetrici e “fermi”, trasmettono al nostro corpo una sensazione di contrazione, freddo e rigidità.
Per percepire benessere a casa, come esseri umani, abbiamo bisogno di calore, vitalità e anche un po’ di movimento.
Di una situazione ambientale che ci dia la possibilità di rilassarci, lasciare anche qualcosa in disordine, appendere un quadro o qualche decorazione.
Senza che crolli questo equilibrio apparentemente perfetto, ma allo stesso tempo così fragile, che in realtà nasconde una forte necessità di controllo.

Essere minimalisti, quindi, non significa necessariamente vivere una casa asettica, total white e senza vitalità.
A casa, infatti, abbiamo bisogno prima di tutto di sentirci accolti.
Magari quindi avremo bisogno di una bella parete colorata, per percepire l’energia di quel colore (a tal proposito, se vuoi scoprire quale colore ti serve maggiormente, dai un’occhiata anche a questo post).
Oppure, di una bella carta da parati floreale, che ci trasmetta allegria e vitalità.
O ancora, di appendere qualche foto, dei complementi di arredo che ci piacciono, per rendere gli spazi più personali e farli nostri.
Sono cose essenziali dal punto di vista prettamente tecnico e funzionale? No.
Sono essenziali per sentirmi bene nei miei spazi? Assolutamente sì!
Ecco perché essere minimalisti non significa necessariamente utilizzare il minimalismo architettonico come stile di arredamento a casa.
Anzi, questo stile, così spesso portato all’estremo, è completamente controproducente per il benessere percepito negli ambienti.
Possiamo usare quindi uno stile di arredo essenziale, ma usando materiali e colori più caldi, vitali, e inserendo le decorazioni di cui abbiamo bisogno per vivacizzare lo spazio.


Come lo yin e lo yang, l’equilibrio sta nel mezzo, e in costante cambiamento.
Ricapitolando, io per prima sono una grande fan dell’essenzialità, sia nella vita, sia a casa, ma facciamo attenzione a non cadere negli estremi.
Una casa stracolma di cose inutili, opprimente o sempre in disordine, certo, non ci farà sentire per niente bene.
Ma anche l’estremo opposto, cioè una casa totalmente asettica, senza colori, possibilità di movimento o personalizzazione, ci trasmetterà lo stesso disagio.
Trovare un equilibrio tra questi aspetti è la chiave. Un equilibrio comunque in costante movimento e cambiamento. Proprio come siamo noi esseri umani, proprio come è la vita.
A tal proposito, ti lascio il link al post dedicato all’energia Metallo, dove ti dò qualche consiglio pratico per liberarti di ciò che non ti serve più, creando comunque una sensazione accogliente nei tuoi spazi.
E se vuoi migliorare tutta la tua casa passo passo, concentrandoti sul tuo benessere a tutto tondo, scarica anche le mie guide pratiche per te qui. Sono in regalo!
Fammi anche sapere che ne pensi tu, ti aspetto nei commenti.
Alla prossima!
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